L’ultima campagna Ikea? Io sto dalla parte dei nani da giardino

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Permettemi un post divagatorio e un po’ cazzeggiatorio in materia di marketing. Ma l’ultima campagna pubblicitaria di Ikea non mi ha convinto del tutto. Nel video caricato anche su YouTube (quasi mezzo milione di visualizzazioni in due settimane) si osserva l’allegra famigliola “del Mulino Bianco” che – nel tentativo di rinnovare l’arredo del giardino di casa – ingaggia una lotta all’ultimo sangue contro nani da giardino indemoniati. Ovviamente – tralasciando il finale cinematografico che lascia spazio al sequel – al dunque gli umani annientano le simpatiche statuette in gesso (o porcellana) che ancora popolano i prati di molte abitazioni. Ovviamente. Ma io, concedetemi l’outing, tifo per i nani da giardino. E non sono l’unico.

Il Fronte di liberazione dei nani da giardino è nato in Francia negli anni Novanta, si è diffuso in diversi Paesi europei e da tempo opera anche in Italia (qui la pagina Facebook). Si tratta di un movimento goliardico che ha come fine principale quello di liberare i simpatici esseri dai giardini in cui sono “imprigionati” riportandoli nel loro habitat naturale, cioè nei boschi. Ma – riferisce Wiki – esiste anche un movimento più nordico, chiamato Fronte per L’Olocausto dei nani che punta all’eliminazione dei nani, spesso attraverso atti cruenti come la decapitazione e l’esposizione pubblica dei nani rapiti.

Cose da buontemponi, certo. Ma io continuo a stare dalla parte dei nani. Ciò che vuole comunicare la pubblicità Ikea – realizzata dai creativi dell’agenzia Mother London – è piuttosto chiaro. I nani da giardino sono uno degli oggetti più kitsch dell’arredo esterno delle nostre case, un simbolo del vecchio che dovrebbe lasciare posto all’arredo della nota multinazionale (non a caso il titolo del video è “Time for change”). Beh. Troppo facile prendersela con dei nani di gesso. Per la seconda puntata confido nel gusto del politicamente scorretto a cui ci ha abituato Ikea.

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