Quotidiani, “salviamo” la carta o facciamo partire il web?

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Il dato è curioso. Il Corriere della Sera – secondo i nuovi parametri Ads che uniscono edicole, abbonamenti e copie digitali per tablet – si conferma il primo quotidiano italiano, con 411.400 copie cartacee e 45.616 copie digitali vendute ogni giorno. Per un totale di 457.016 copie contro le 406.000 di Repubblica (45.996 le digitali). A gennaio, invece, la media di corriere.it è stata di 1.269.020 visitatori unici (ma in questo caso la prima è Repubblica.it, con 1.510.488 unici). Insomma: formalmente – almeno nei numeri verificabili – l’on line ha già superato nettamente la carta, anche se questo articolo ricorda che in verità il numero dei lettori potrebbe essere ancora favorevole al cartaceo. Ma è soltanto questione di tempo perché il trend è inarrestabile da anni. Basti pensare che secondo i dati ufficiali della Federazione italiana editori dal 2001 al 2011 la carta ha perso – senza sussulti – almeno un milione di lettori (da 5milioni a 4milioni). Nel frattempo la pubblicità cala drammaticamente e gli editori si ostinano a considerare l’on line un simpatico orpello. Secondo il “Rapporto 2013 sullo Stato dei News Media del Project for Excellence in Journalism del Pew Research Center di Washington per ogni dollaro guadagnato con il digitale, gli editori perdono 16 dollari nella carta stampata. Nel 2012 era dieci a uno. Nel 2010 sette a uno. Insomma: la carta cala velocemente e l’on line cresce proporzionalmente troppo poco. E gli editori reagiscono continuando a cercare di puntellare la casa destinata a crollare.

 

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